Caro datore, dai carta bianca al tuo creativo

Vuoi che il tuo copywriter, social media manager o grafico faccia un buon lavoro? Lascialo fare!

Perché questo post? Perché sono ormai troppi i colleghi che si trovano spesso nella situazione in cui le loro idee vengono insensibilmente bocciate dai piani alti.

Mi rivolgo dunque a te, imprenditore di una grande, piccola o media impresa: se decidi di assumere un creativo e portarlo sotto la tua protezione, non tarpargli le ali con dei paletti da seguire. Lascia che si esprima come meglio crede, i risultati e le soddisfazioni per entrambi non tarderanno ad arrivare.

[Tweet “I paletti stanno ai creativi, come la kriptonite sta a Superman #cartabiancapericreativi”]

Il creativo è una creatura meravigliosa quanto delicata. E’ libero, o almeno si sente tale, e così vuole rimanere. L’essere imbrigliato in inutili convenzioni lo costringe a scendere a compromessi tra la sua vena creativa e la paura di osare.

E’ vero, l’azienda è tua. Tuo padre la gestiva prima di te e tuo nonno prima di lui. Solo tu quindi puoi sapere cosa è il meglio per lei. Tuttavia, non aver paura. Non mettere dei paletti non significa lasciare che venga pubblicato tutto ciò che quella mente meravigliosa del tuo dipendente partorisce. Qualche correzione è sempre consentita, purché avvenga dopo, quando il piano d’azione del tuo creativo è ben delineato e tu sei stato ad ascoltare tutti i passaggi, tutte le motivazioni e tutte le previsioni.

Se lo hai assunto, se hai chiesto a lui un aiuto per rimodernizzare la tua azienda, dagli fiducia e sii tu il primo ad osare. Non devi preoccuparti, perché lui sa ciò che sta facendo. Dopotutto è il suo lavoro.

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