Una SEO senza Google e le Big della tecnologia

Fare SEO significa principalmente lavorare con Google, in quanto oltre il 90% delle ricerche web degli utenti vengono svolte su questo portale.

Ciò è più che normale, visto che Google non è più soltanto un motore di ricerca ma un ecosistema che comprende una varietà di servizi che coprono praticamente al 100% tutti i touch point della customer journey di un utente.
E se non è Google, sono Bing, Yandex o Yahoo.

Quota di mercato dei principali motori di ricerca a livello mondiale da gennaio 2015 a gennaio 2025
fonte: statista.com

E tutti gli altri?

DuckDuckGO e Ecosia (spoiler: ma non solo loro, ci sono alternative più indipendenti e ancora più di nicchia) insieme non arrivano all’1%, quindi sono facilmente trascurabili in qualsiasi strategia SEO.

Tuttavia, stanno nascendo sul web dei movimenti che puntano ad offrire alternative alle Big Tech. Uno dei più famosi è The Opt Out Project, un’iniziativa dedicata ad aiutare le persone a disintossicarsi dalle grandi aziende tecnologiche e a migliorare la loro privacy digitale, oppure l’opera di divulgazione di Eleonora C. Caruso.

Uniamo questi movimenti ai problemi legati alla GDPR e agli screzi che le GAFAM hanno con l’Unione Europea (ti ricordi il problema sorto con Google Analytics?) e un futuro in cui le Big della tecnologia non sono più così Big può diventare un’ipotesi da considerare.

Tentiamo allora un esperimento mentale, ipotizzando che Google perda la sua verve e pur mantenendo la leadership, non interessi più il 90% delle ricerche web, ma il 50% e che quindi, di conseguenza, crescano gli utenti per motori di ricerca alternativi.

Un buon SEO deve essere preparato a questa evenienza, anche se forse non si presenterà mai, anche se, in caso, ci vorranno anni.

> Leggi anche il mio servizio di consulenza per un buon posizionamento sui motori di ricerca

È possibile fare SEO oltre Google e le Big Tech?

SEO su DuckDuckGo: rilevanza, privacy e autorevolezza

duckduckgo

DuckDuckGo si è affermato come un’alternativa a Google incentrata sulla privacy, eliminando il tracciamento degli utenti e i risultati personalizzati. Questo cambia significativamente il modo in cui il motore di ricerca organizza i risultati, mettendo in primo piano fattori più tradizionali e meno basati sul comportamento dell’utente.

Non si torna ad una SEO vecchio stampo, ovviamente, ma ci sono delle accortezze che val la pena tenere in considerazione.

I pilastri della SEO su DuckDuckGo

A differenza di Google, che sfrutta enormi quantità di dati personali per affinare i risultati, DuckDuckGo si basa su criteri più “puri” di ranking, il che rende alcuni aspetti della SEO particolarmente rilevanti:

  • Qualità e rilevanza del contenuto: poiché DuckDuckGo non utilizza la personalizzazione spinta, i contenuti devono essere estremamente pertinenti all’intento di ricerca per emergere nei risultati. L’uso di parole chiave ben strutturate e contenuti esaustivi è fondamentale.
  • Backlink e autorevolezza del dominio: il motore di ricerca si affida molto alla credibilità delle fonti, quindi ottenere backlink da siti autorevoli e riconosciuti è ancora più cruciale rispetto a Google.
  • SEO tecnica e user experience: tempi di caricamento rapidi, design mobile-friendly e sicurezza (HTTPS) sono importanti anche su DuckDuckGo, contribuendo al posizionamento.

L’importanza della SEO locale su DuckDuckGo

Un aspetto unico di DuckDuckGo è l’uso di Apple Business per la SEO locale. Se un’azienda vuole posizionarsi bene nelle ricerche locali su DuckDuckGo, è fondamentale:

  • Registrarsi su Apple Business Connect per apparire nei risultati locali.
  • Ottenere recensioni e citazioni su directory affidabili come Yelp, che è una delle fonti primarie per i dati locali di DuckDuckGo.

Contenuti enciclopedici e presenza su Wikipedia

DuckDuckGo mostra spesso informazioni prese direttamente da Wikipedia nei risultati di ricerca. Per aziende e brand, essere presenti su Wikipedia con pagine dettagliate e affidabili può rappresentare un vantaggio per la visibilità organica.

SEO su Ecosia: ottimizzazione per Bing e posizionamento etico

ecosia

Ecosia, il motore di ricerca che finanzia la riforestazione, utilizza Bing come base per i suoi risultati di ricerca. Questo significa che per ottimizzare la visibilità su Ecosia, è fondamentale comprendere le dinamiche SEO di Bing.

Ottimizzazione SEO su Ecosia (e Bing)

Ecosia eredita il ranking di Bing, quindi le best practice per posizionarsi su questo motore di ricerca si applicano anche qui:

  • Struttura del sito chiara e ben organizzata, con una sitemap XML ben configurata e URL leggibili.
  • Uso efficace delle parole chiave, con una preferenza per keyword esatte nei titoli e nei tag H1 rispetto alla semantica avanzata di Google.
  • Backlink di qualità: Bing (e quindi Ecosia) attribuisce molto valore ai link in entrata da fonti attendibili.
  • Bing Master Tool e Bing Places: Gl strumenti SEO per eccellenza di Bing quindi configurati alla perfezione.

Il pubblico di Ecosia e la SEO valoriale

Uno degli aspetti distintivi di Ecosia è il suo pubblico altamente sensibile alla sostenibilità ambientale e alla responsabilità sociale. Per avere successo su Ecosia, può essere utile:

  • Integrare nei contenuti elementi legati all’eco-sostenibilità, specialmente per e-commerce e brand green.
  • Avere una sezione chiara su mission e valori aziendali, evidenziando pratiche di produzione sostenibile o iniziative ambientali.
  • Utilizzare termini e keyword legati all’etica e alla sostenibilità, come “ecologico”, “biodegradabile”, “impatto zero”, ecc.

Non noti qualcosa di sospetto?

Il problema di fondo: DuckDuckGo ed Ecosia dipendono dalle Big Tech

Sebbene DuckDuckGo ed Ecosia offrano vantaggi significativi rispetto a Google, come maggiore privacy o sostenibilità, entrambi hanno un problema strutturale per chi cerca valide alternative: non sono veramente indipendenti.

  • DuckDuckGo ottiene i suoi risultati principalmente da Bing e da altre fonti come Wikipedia, senza avere un proprio indice completamente autonomo.
  • Ecosia si basa interamente su Bing, il che significa che la sua infrastruttura dipende da Microsoft, un’altra Big Tech.

In altre parole, anche se questi motori di ricerca presentano un’alternativa a Google e le Big Tech, soprattutto per chi cerca maggior attenzione alla privacy e sostenibilità (valori per i quali vale davvero dare una possibilità a questi due picocli motori di ricerca), la loro esistenza è ancora legata a una delle grandi aziende tecnologiche.

Alternative veramente indipendenti per un SEO senza Big Tech

Se vogliamo immaginare una SEO completamente svincolata da Google, Bing e le altre Big Tech, dobbiamo guardare a soluzioni ancora più di nicchia, ma che costruiscono il proprio indice di ricerca in modo autonomo.

Alcune alternative emergenti sono:

SEO su Qwant: privacy europea e indicizzazione ibrida

qwant

Qwant è un motore di ricerca francese che punta sulla privacy e sulla neutralità dei risultati, posizionandosi come alternativa europea a Google e Bing. Sebbene in passato si sia basato in parte sui dati di Bing, negli ultimi anni ha sviluppato un proprio indice di ricerca, rendendolo una soluzione più indipendente rispetto a DuckDuckGo ed Ecosia.

Come funziona l’indicizzazione su Qwant?

Qwant utilizza un approccio ibrido:

  • Ha un proprio crawler per indicizzare i siti web.
  • Integra i propri risultati da altre fonti, come Bing, per ampliare la copertura.
  • Per le ricerche locali, sfrutta dati provenienti da OpenStreetMap invece che da Google Maps o Apple Maps.

Strategie SEO per Qwant

Dato che Qwant punta sulla trasparenza e sulla qualità dei contenuti, per ottenere un buon posizionamento è utile:

  • Ottimizzare il sito per la SEO tradizionale, con contenuti ben strutturati, parole chiave pertinenti e link autorevoli.
  • Migliorare la SEO locale sfruttando piattaforme open-source come OpenStreetMap per comparire nei risultati di ricerca locali.
  • Valorizzare la sicurezza e la privacy, ad esempio evitando pratiche di tracking invasive, perché Qwant premia i siti che rispettano la privacy degli utenti.

Perché Qwant è un’alternativa interessante?

A differenza di DuckDuckGo, che dipende fortemente da Bing, Qwant sta investendo nella creazione di un proprio indice. Anche se il suo market share è ancora limitato, è una delle poche alternative europee che potrebbe crescere, specialmente con il supporto delle normative UE a favore della sovranità digitale e della protezione dei dati personali.

Se sei curioso di conoscere alternative Made in UE ai colossi del web, ti consiglio di visitare european-alternatives.eu

Mojeek: un motore di ricerca con un proprio indice

mojeek

Mojeek è uno dei pochi motori di ricerca che non utilizza Bing o Google, ma ha sviluppato il proprio database di siti indicizzati. Questo lo rende un’alternativa realmente indipendente. Tuttavia, il suo indice è molto più piccolo, quindi l’ottimizzazione SEO richiede:

  • Strutture web semplici e accessibili per una corretta indicizzazione.
  • Maggior focus su contenuti testuali di alta qualità, data la minore dipendenza da segnali esterni come backlink.

Brave Search: un ibrido tra indipendenza e crowdsourcing

Brave Search ha iniziato con una forte dipendenza da Bing, ma sta progressivamente costruendo il proprio indice. Utilizza un mix di dati proprietari e crowdsourced (ovvero delega le attività a gruppi di utenti), quindi per posizionarsi bene su Brave Search è utile:

  • Essere menzionati in community e forum, dato che Brave utilizza segnali sociali per migliorare la pertinenza. A questo proposito torna molto utile creare contenuti su Reddit o Quora.
  • Avere contenuti ben referenziati e citati, poiché Brave premia fonti ritenute affidabili dagli utenti.

Conclusione: un futuro senza Big Tech è possibile?

Fare SEO senza Google e le Big Tech è una sfida difficile, ma non impossibile. Oggi, alternative come DuckDuckGo ed Ecosia offrono una diversa esperienza di ricerca, ma restano dipendenti da Bing.
Per una vera indipendenza, motori come Qwent, Mojeek o Brave Search potrebbero rappresentare il futuro per chi vuole un web libero dai giganti tecnologici.

Queste alternative sono ancora di nicchia e la loro capacità di competere con Google o Bing, Yahoo ecc è davvero limitata. Tuttavia, considerando come ragionano questi nuovi motori di ricerca, un SEO che vuole prepararsi al cambiamento, probabile o improbabile che sia, già conosce le attività da svolgere e le attenzioni da avere, non molto diverse da quelle dedicate a Google. Anzi, si può dire che una SEO per Google fatta come si deve ci prepara già per emergere anche su questi piccoli motori di ricerca.

Vuoi iniziare una strategia SEO alternativa per la tua attività?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *